Fucina 62
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20/06 panthers!
Categories: General

11406197_10206147436061364_3806222686289701524_oSABATO 20 GIUGNO

ORE 18.00 P.ZZA NUCCITELLI PERSIANI

Perché parlare delle Pantere nere oggi?

1966: Oakland: Huey P. Newton e Bobby Seale, nel ventre della bestia capitalista statunitense, fondano il Black Panther Party for Self Defence: all’interno di quella che loro stessi definivano colonia interna, il popolo afroamericano si organizza per liberarsi dall’oppressione della democrazia fascista e razzista.

La storia del BPP traccia la fisionomia di un movimento rivoluzionario organico nelle sue molteplici declinazioni: dal rifiuto della brutalità imposta dalla polizia-unica interfaccia tra la colonia interna e il potere-, all’autodifesa armata dei propri territori; dalla ribellione allo stato di subalternità in cui era relegato il popolo nero, alla costruzione di un piano materiale nei quartieri tramite i centri sanitari del popolo, le colazioni gratuite, le scuole di liberazione e i gruppi di discussione.

Tramite questo complesso piano politico il BPP si fa forte localmente ponendo le basi per la nascita di una comunità nera cosciente e rivoluzionaria che rifiuta i meccanismi di relazione imposti dal capitale, prediligendo la gratuità e il mutualismo.

Il radicamento territoriale, rende il BPP una realtà così potenzialmente sconvolgente per il capitale che la macchina di governo mise in campo le sue tecniche di repressione più subdole per difendersi da tale minaccia.

Infatti gli infiltrati e l’ immissione massiccia di sostanze nella comunità nera, annichilita dalla repressione, furono gli strumenti utilizzati per cercare di reprime le Pantere come organizzazione.

Appare allora piuttosto chiaro perché vogliamo parlare delle Pantere oggi.

La ghettizzazione, che inizialmente poteva sembrare prerogativa delle comunità nera, sembra oggi essere a fondamento del nostro stato democratico. Il progredire del capitalismo occidentale, agendo nei nostri quartieri tramite i mezzi, a noi ben noti, della gentrificazione e più in generale della messa a profitto di qualsiasi relazione e attività, segrega tutti quei corpi non docili, non allineati alla prospettiva di valorizzazione, in delle colonie interne in cui imperversa uno stato d’eccezione permanente. La logorazione di una comunità tramite l’immissione della droga, la repressione poliziesca come unica risposta alla devastazione capitalistica delle vite, l’impossibilità imposta alla popolazione di autoderminarsi, sono problematiche tutt’altro che risolte.

La sconfitta complessiva del movimento rivoluzionario degli anni Sessanta è stata particolarmente dura per gli afroamericani: al di là di alcuni riconoscimenti come la legittimazione accademica degli studi afroamericani e una maggiore partecipazione della borghesia nera alle cariche politiche istituzionali, le masse nere continuano a trascorrere la loro esistenza tra le mura invisibili del ghetto e quelle tangibili delle prigioni. Molto delle cose contro cui avevano combattuto le Black Panthers negli anni Sessanta esistono ancora oggi.

 

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